il brutto anatroccolo

3+

“…perché non giocate con me? Cosa ho di sbagliato?”

L’anatroccolo, per l’ennesima volta, è costretto a stare a guardare il gioco dei fratelli, escluso perché diverso.
L’uovo dal quale è uscito è troppo grande e, nonostante la sua gioia di nascere e incontrare il mondo, tutti gli animali del cortile lo rifiutano.
La prima parola pronunciata alla sua nascita è “Brutto!”. E Brutto è il nome che gli è rimasto.
“Il fatto è che quando nasci sei troppo piccolo per sceglierti il nome che più ti piace…”
Con l’ingenuità determinata del cucciolo, Brutto cercherà inutilmente gentilezza e cura, affetto e amicizia: chiederà di giocare con i suoi coetanei, di fare contenti i grandi, di comportarsi bene.
Ma i suoi teneri tentativi di essere accettato falliranno.
Soltanto nell’acqua dello stagno, nel gioco spensierato, trova attimi di felicità.
L’anatroccolo si convince di essere davvero brutto e ogni volta che la sua immagine si riflette nello specchio del lago, sembra dar ragione al giudizio che il suo mondo gli ha dato: Brutto.
Fortunatamente, l’anatroccolo scopre che esiste un altro mondo: quello dei cigni, uccelli regali e bellissimi.
Non sa perché, ma al loro passaggio nel cielo sente una profonda e antica appartenenza… Quando, sfinito e solo, cederà al lungo sonno dell’inverno, ecco che si compie la sua trasformazione. La sua nostalgia non era altro che un richiamo: anche lui è un cigno!
Scoprendosi così superbo e trasformato, manterrà tuttavia l’infantile bellezza della sua timidezza e della sua ingenuità: questo farà di lui il cigno più bello del lago.

Durata 50 minuti circa
Età consigliata 3+ (scuola dell’infanzia e 1° ciclo della scuola primaria)

con Chiara Masseroli
regia Silvia Barbieri
Disponibile anche per spazi aperti (serale, su palco)